Disagio vissuto intorno alla visita al Monastero dei benedettini: le nostre scuse e il servizio televisivo

Gentile Redazione di Futura Production,
apprendiamo dalla vostra giornalista Alessandra Fondacaro e poi dal servizio di mercoledì 28 giugno delle rimostranze dell’associazione Usciamo riguardo l’esperienza vissuta intorno alla visita al Monastero dei benedettini.

Link al servizio di Futura Production (dal minuto 7:50): clicca qui

L’associazione Officine Culturali, che rappresento, svolge tutte le attività di fruizione del complesso architettonico in virtù di un partenariato con l’Università di Catania. Non si può partire che dalla amara considerazione che delle persone disabili abbiano vissuto una condizione di disagio: di questo ci dispiaciamo e pertanto ci preme interagire con quanto raccontato dal servizio.

È vero che l’ascensore principale del Monastero è in manutenzione e questo limita l’accesso al primo livello dei chiostri e alla biblioteca Giarrizzo nel seminterrato. Questa vicenda ci ribadisce che non basta evidenziare questa condizione temporanea e necessaria nella pagina web legata alla fruizione del Monastero, né basta ribadirlo a voce ogni qualvolta si forniscono informazioni: i gruppi e le persone con esigenze speciali devono essere messe inequivocabilmente nelle condizioni di sapere per tempo di una manutenzione così importante, e se noi non siamo stati chiari ed inequivocabili ce ne scusiamo. Impariamo ancora una volta che le comunicazioni devono essere limpide e accessibili anch’esse.

È altrettanto vero che – durante questo periodo di manutenzione dell’ascensore – siamo noi a suggerire l’ipotesi a persone con difficoltà motorie che scelgono di visitare il monastero con Officine Culturali di accedere dal comodo ingresso munito di rampa da piazza Vaccarini (non ripreso dalle telecamere del servizio). Lo facciamo perché in questi tredici anni di attività, e di collaborazione con associazioni e cooperative che si occupano di cura delle persone, quando si sono verificate le indispensabili manutenzioni che inibiscono l’uso dell’ascensore questa soluzione ci ha permesso comunque di garantire la visita guidata al secondo livello del Monastero, piano che permette la visione di alcuni degli ambienti più suggestivi del complesso monastico, al Museo della Fabbrica ovvero le Cucine, e – mediante servoscala e montapersone perfettamente funzionanti – anche al “Ventre” delle Cucine, dove appunto sono state effettuate alcune riprese del servizio. Il nostro personale accompagna le persone fino a quell’ingresso lungo la piazza Dante e le strade in modo da facilitarne l’utilizzo, e poi gestisce sia la visita guidata che tutte le operazioni di movimentazione tra un livello e l’altro. Forse in questa occasione abbiamo sottovalutato che cosa avrebbe comportato questo spostamento, e di questo non possiamo che scusarcene. Anche qui impariamo che ogni visita con esigenze speciali è un caso a sé, e va valutata di volta in volta in maniera approfondita, comprese le specifiche condizioni di contesto dell’intorno al Monastero.

È vero anche che le condizioni di percorribilità del quartiere Antico Corso sono disastrose, tra manti stradali e marciapiedi in situazioni pietose e parcheggi selvaggi: su questo, con altre associazioni del quartiere, avevamo anche presentato una proposta di miglioramento della percorribilità pedonale all’avviso sulla Democrazia Partecipata del Comune. Di questo non ci rammarichiamo come Officine Culturali ma come cittadini e cittadine, e questa vicenda non può che farci sentire ancora più vicini a tutte le persone che provano a muoversi a piedi o con mezzi di ausilio e trovano ostacoli e impedimenti inaccettabili. Speriamo che l’Associazione Usciamo, e tutte le altre con cui collaboriamo da anni, vorranno unirsi a noi per richiedere urgentemente migliorie al contesto urbano che rendano dignitosa la vita di chi risiede e di chi giornalmente utilizza questo quartiere.

Non possiamo quindi che scusarci con le persone disabili e con i loro familiari coinvolti in questa esperienza, che ci fa capire ancora di più quanto si debba prestare attenzione a quelli che vengono definiti bisogni speciali: tutta l’esperienza e la formazione acquisite non bastano, bisogna fare di più e noi ci lavoreremo da oggi stesso, internamente con il nostro staff e rivolgendoci all’esterno a chi svolge il lavoro di cura delle persone disabili, per aiutarci a cogliere le criticità e provare a risolverle o richiederne la risoluzione. Speriamo solo che almeno la visita in sé, superata la rampa di piazza Vaccarini, sia stata un’esperienza piacevole e utile, oltre che inclusiva e accessibile: di quello ne facciamo missione da anni.

Francesco Mannino
Presidente di Officine Culturali
e il Consiglio Direttivo di Officine Culturali