L’equipaggio cresce ancora!

Officine Culturali è arrivata al
suo nono anno di vita e si appresta a chiudere un faticoso ed al tempo stesso
emozionante 2018. Anche per noi dicembre è il mese in cui tirare le somme di
quanto fatto. Dicembre è anche il mese in cui iniziare a guardare con nuovi
occhi all’anno sociale che verrà.

Prima di ogni report, prima di ogni
dettagliata narrazione di numeri e numeretti, di bilanci e bilancini, di cene
sociali, di prosecchi e panettoni, scacciate divorate in ufficio, prima di
capire se anche quest’anno siamo stati sufficientemente bravi a rispondere ai
bisogni, a garantire i servizi e tutelare il patrimonio del quale abbiamo
promesso di prenderci cura, prima di tutto questo abbiamo deciso di condividere
con la nostra comunità un altro nuovo passo che la nostra piccola impresa
sociale ha fatto nelle ultime settimane.

A partire dal 1° dicembre partecipano
alle ordinarie avventure di Officine Culturali tre nuovi straordinari
personaggi
. É tempo di buone notizie, a conti fatti: nonostante manchi solo un
anno alla scadenza dalla nostra convenzione con l’Università degli Studi di Catania, sono stati attivati altri due contratti di lavoro a tempo
indeterminato e un nuovo tirocinio post-laurea.

Il 2018 si chiude con l’ingresso di
due donne splendide, Noemi Giunta e Martina Massimino, e di un giovanissimo e
poliedrico Francesco Sacco
. Tre profili differenti che faranno riferimento a
luoghi differenti e che costituiscono per l’associazione un investimento di
lunga durata sulle persone e sulle loro capacità, conoscenze e competenze.

Noemi Giunta si è laureata in
Scienze Naturali presso l’Università di Catania nel 2007. Per svariati anni ha
collaborato con l’Ateneo catanese alle attività didattiche all’interno
dell’Orto Botanico dell’Università. Noi abbiamo conosciuto Noemi nel 2015 ed
insieme abbiamo costruito percorsi e iniziative per il giardino scientifico.
Per tre anni Noemi ha avuto contratti temporanei, «coltivando il sogno di
potersi occupare stabilmente del suo Orto Botanico e ispirandosi al grande
maestro di tutti noi, l’unico e inimitabile Piero Angela».

Noemi Giunta

In questi anni Noemi è stata la
voce (insieme ad altri validi operatori) delle piante, dei fiori e degli alberi per Officine all’Orto Botanico. Durante questo autunno noi abbiamo pensato che l’unico modo per dare all’Orto
Botanico nuova linfa vitale era di affidargli un custode discreto, dolce e
curioso come Noemi. Noi la ringraziamo per la pazienza che ha avuto in questi
anni e per aver immaginato e fantasticato con noi su tutte le strade possibili e
speriamo che insieme riusciremo a realizzare grandi cose per il nostro museo a
cielo aperto.

Martina Massimino si è laureata in
Archeologia (DISUM) presso l’Università di Catania e tra qualche mese (incrociamo le
dita) conseguirà il titolo di Dottore di Ricerca presso University of Durham in
UK. Lo scorso anno Martina ci ha chiesto di avviare un tirocinio
professionalizzante per il suo dottorato. La sua esperienza è durata sei mesi e
noi abbiamo imparato moltissime cose da lei e su di lei.

Martina Massimino

Martina parla due lingue perché ha
tante storie bizzarre da raccontare, ha cambiato 3 paesi in 5 anni, e ha sempre
la valigia pronta. «Tornare a Catania per restarci mi sembrava impossibile;
fare qui il lavoro che mi appassiona, senza scendere a compromessi, addirittura
un miraggio». Martina è il nostro investimento del 2018 per il Museo di Archeologia dell’Università, il piccolo museo che contiene più di 3000 pezzi in
5 stante e che abbiamo aperto nel 2015. Le sue competenze da archeologa, le sue
conoscenze da studiosa e la sua passione per la “public archeology”
costituiranno una rinnovata spinta per il rilancio delle attività di
comunicazione sociale della ricerca scientifica. Vorremmo che Martina non
finisca mai di studiare e che trasmettesse quello che sa, semplicemente, come
semplicemente ha fatto amare a noi alcune piccole cose del suo mestiere.

Infine c’è Francesco Sacco, detto
Cì. Francesco si è appena laureato in Economia e Management della Cultura (GIOCA)
presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna e sta per intraprendere il percorso da
tirocinante post-laurea; aveva conseguito la laurea triennale in Lingue (DISUM) presso
l’Università di Catania. Officine ha già utilizzato lo strumento del tirocinio
post-laurea, e da quella esperienza sono nati rapporti stabili di lavoro con
alcuni degli storici dipendenti dell’Associazione. 

Francesco Sacco

Francesco, oltre ad essere
un curioso osservatore e un attento analista del mondo dell’arte dal punto di
vista dell’innovazione culturale, è
anche uno che l’arte la produce. Lui canta, suona e scrive. Lo abbiamo
notato qualche anno fa in occasione di un workshop, realizzato con gli studenti
del Dipartimento di Scienze Umanistiche che aveva come finalità la
realizzazione della segnaletica interna del Monastero dei Benedettini, oggi in
funzione nei suoi corridoi. «Era il lontano, o vicino dipende dai punti di
vista, 2014 quando in una delle mie battute esplorative tra i corridoi del
monastero dei benedettini mi sono imbattuto, o sono inciampato – anche questo
dipende dai punti vista -, in Officine Culturali. Da quel giorno non ne sono
mai uscito ma ho solo subito una serie di metamorfosi». Francesco dice che
abbiamo “flirtato” per circa cinque anni e finalmente oggi inizia la
nostra relazione, che speriamo sia “amore e non un calesse!” Lui, giovane,
energico e pieno di idee, ci consegna una responsabilità enorme: consentire ad
un neo-laureato l’opportunità di “giocare” al gioco della cultura il quale ha
studiato, ma soprattutto fornirgli una cassa di risonanza, attraverso i luoghi dove opererà per la
narrazione del posto che più ama, Catania.

Officine Culturali è cresciuta un
altro po’, insomma, e si avvia verso una fase di maturità non solo dell’organico
ma anche di indirizzo, poiché sceglie ancora una volta di investire in un
capitale umano e culturale in continuità con i “pilastri” dell’associazione, pur
puntando ad una visione più ampia in cui esperienze professionali, background culturali
e di studio di settori assai diversi possano contribuire a rendere sempre più
aperti, accessibili, amabili e comprensibili i luoghi di questa bella città ai
piedi dell’Etna.