Cronache dal sottosuolo: ne sarà comunque valsa la pena. Parte Seconda

Ci sono voluti altri due appuntamenti insieme al Comitato Antico Corso e al Centro Speleologico Etneo per liberare definitivamente la scala di accesso al Rifugio Antiaereo di Cava Daniele. Sono stati giorni incredibili che non dimenticheremo, perché la fatica con cui la sera tornavamo a casa è stata compensata dalla consapevolezza che un centimetro dopo l’altro veniva strappato all’oblio e riconsegnato alla città.

In queste giornate di lavoro su quei gradini ricoperti da oltre settant’anni di detriti e di rifiuti abbiamo visto alternarsi la fatica degli amici di sempre ma anche di nuovi: Michele, Mario, Ciccio, Rosario, Angelo, Martina, Cristina, Salvo (di Salvo ne abbiamo avuti almeno quattro). Persone che per ragioni diverse ci sono state, magari per portare il caffè, per una battuta, per un po’ di sostegno. Anche solo per questi momenti di condivisione ne sarà valsa la pena. Ma soprattutto ne sarà valsa la pena per Angela, che di anni ne ha 85 e che insieme ai cornetti e al caffè caldo ha portato al Rifugio un pezzo dalla sua memoria. Angela è scesa nelle viscere del Rifugio per seguire il filo rosso dei suoi ricordi di bambina, raccontandoci come da quella scala, con il cuore pieno di paura, si tentava la via della salvezza dai bombardamenti. Angela ci ha raccontato che dentro il rifugio ha conosciuto altri bambini del quartiere Antico Corso, alcuni come lei un po’ meno agiati e altri più ricchi che entravano da un altro accesso. È valsa la pena tutta la fatica, il sudore, l’odore di umido, la terra nel naso, anche solo per seguire i passi di Angela nel rifugio, il suo sguardo acceso ad inseguire ogni dettaglio per ricostruire i discorsi, le sensazioni, il disagio dell’essere stipati in pochi metri quadri.

Questa nuova intrapresa culturale vedrà ancora molte tappe, molte già progettate e molte altre ancora da immaginare insieme ai nostri soci, ai partner e ai residenti: ma strappare la memoria all’oblio tutti insieme come è stato in questi giorni, e renderla utile a capire questo presente grazie anche alle testimonianze di chi c’era, è un risultato che già ci appaga pienamente e ci spinge a continuare.